lunedì 28 aprile 2008

Trippa alla Gaeta

Ricetta per 2 persone (fame media)




Fare dorare l'aglio tagliuzzato in un pentolino con dell'olio di oliva insieme ai peperoncini spezzettati. Sfumare con un po' di vino rosso, cercando di tenerne due terzi per voi (in modo da felpare la bocca in vista dei sapori che la riempiranno tra poco).

Aggiungere la trippa e lasciar cuocere per circa 10 minuti: quando comincia a ritirarsi il sugo (anch'esso contenuto nelle sapienti scatolette) decidete in qualunque momento di spegnere e servire.

Come sempre, i piatti con fondo di pane a cassetta e il consueto cucchiaio sono la ciliegina sulla torta.

Buon appetito.

domenica 27 aprile 2008

Giorno 3 - 27.04.2008 - Bellano e dintorni

La peggiore delle tre notti è passata: tantissima umidità e un continuo russare di entrambi che ci ha costretti a dormire un po' per uno; ci svegliamo alle 11 circa con le ossa indolenzite, nasi chiusi e il solito mal di testa.

Prendiamo coraggio e apriamo il tambuccio scoprendo che il porticciolo di Bellano è animato da famigliole a passeggio e anzianotti che guardano le barche passare (in mancanza dei treni o degli scavi); solamente dopo una colazione in pozzetto con caffé (2 moka per svegliarci bene), arance, brioches e succo ACE riusciamo a proferire le prime parole della giornata... Kbhaaaa!

Nonostante la stanchezza che non siamo riusciti a recuperare ci muoviamo agili e in pochi minuti la barca è armata e pronta per uscire, direzione Menaggio.

Usciti dal porto un vento leggero ci consente di tenere una bolina larga e lasciar scorrere la barca senza più toccare il timone; senza accorgercene raggiungiamo in poco tempo la sponda opposta del lago e rimaniamo ammaliati di fronte alla vista di Villa Gaeta con tanto di parco, pontile, torretta di osservazione e dependance.



Sembra tutto chiuso, e il cartello "vendesi" bene in vista ci conferma che possiamo attraccare al gavitello di fronte senza preoccuparci.

Assicurati al gavitello ci attrezziamo per l'ultimo pasto, e diamo fondo alle provviste.
Prepariamo la trippa in scatola con i soliti peperoncini giganti... peccato avere solamente una fetta di pane in due, meritava una scarpetta più profonda.

Il tempo è tiranno, l'obiettivo è essere in macchina per le 16, quindi finito il pranzo ci sganciamo dal gavitello e dirigiamo verso Bellano, dove arriveremo alle 15 circa.

La barca è un disastro, tutto è sempre in disordine e sottocoperta sembra ci sia stata la guerra, quindi ci occorrerà oltre un'ora per raccogliere i resti di questi tre giorni e ridare alla barca una parvenza di normalità (e pulito).

Ore 17.00 - finalmente a casa, con mille idee per già pronti per salpare di nuovo, tra qualche settimana, non fosse altro per collaudare due ideucce che ci sono venute in mente per migliorare l'esperienza a bordo di un Meteor.

E adesso riposiamoci, siamo stremati e il mal di terra è arrivato subito a dare noia.
Per riordinare tutto il resto c'è tempo.

Giorno 2 - 26.04.2008 - da Piona a Isola Comacina (forse)

La sveglia non è delle migliori: ha fatto freddo durante la notte e siamo indolenziti per gli sforzi del giorno prima. Il mal di testa non ci aiuta, e il sole che filtra violentemente dagli oblò ci sveglia.

Sistemiamo i resti della baldoria che la sera prima ha animato il pozzetto, riordiniamo la stanza e, colti da un inspiegabile senso di igiene, andiamo nei bagni del camping per ridarci un aspetto (e un odore) umano: denti, barba (solo Filippo), ascella e shampoo.

Torniamo tonificati al nostro Meteor e ci prepariamo a salpare, obiettivo l'Isola Comacina.
Usciti dalla baia di Piona realizziamo che sarà una dura giornata: vento forte da sud che ci costringerà a bordeggiare di bolina tutto il giorno per raggiungere, dopo 5 ore, il traverso di Bellano.

La giornata si anima con una serie di eventi, tra cui:
  • caduta nel lago di entrambi scampata per un soffio (o meglio, per puro caso)
  • slalom tra barche regatanti (con parolacce a seguito)
  • barca sdraiata sul lago tutto il giorno
  • conseguente disordine noioso in camera
  • smarrimento della macchina fotografica
  • soste alla cappa (almeno 4) per svariati motivi (uno su tutti, inprorogabile impellenza fisica di Maurizio)
  • Kbahhhh

Vento fortissimo... dopo aver preso anche una mano di terzaroli, con il lago formato e in aumento, decidiamo di cercare rifugio nel porto di Bellano, solleticati anche dall'invito ad una grigliata alla Casa del club.

Ormeggiamo, sistemiamo la camera e la barca, e saliamo al club, per una doccia calda, cambio di biancheria intima (finalmente) e cena in compagnia.

Nonostante i numerosi inviti a dormire in un letto vero, decidiamo di essere coerenti con lo spirito d'avventura che ci contraddistingue e scendiamo al porto per dare alle nostre ossa di burro il meritato riposo.

Ripiegare su Bellano ci brucia ma è stata una scelta obbligata e responsabile, che sebbene viviamo come parziale fallimento del nostro piano, ci rende comunque più esperti per come abbiamo affrontato il vento mettendo da parte l'orgoglio.

Anche oggi siamo stanchi, ma felici (tranne Filippo che non trova più la macchina fotografica).

Fasolada alla Piona

Ricetta per 2 persone (affamate)

  • 500 gr. di fagioli borlotti
  • 250 gr. di salsa di pomodoro
  • 160 gr. di tonno all'olio d'oliva
  • 2 acciughe
  • peperoncini giganti verdi
  • aglio

Scolare l'olio del tonno in un tegame (nel nostro caso pentolino) e farvi soffriggere qualche spicchio d'aglio insieme ai peperoncini spezzettati e le acciughe, che faremo stemperare aiutandoci con un cucchiaio. Sfumare con vino bianco. Bere un po' di vino bianco (fatelo altrimenti non viene bene).

Aggiungere i fagioli, il tonno che avremo tagliuzzato in precedenza, e la salsa di pomodoro. Lasciar cuocere per circa 10 minuti, o comunque fino al raggiungimento della densità preferita (a noi piace tipo pappone del nonno).

Servire in piatti con fondo di pane a cassetta e mangiare con un cucchiaio.

Buon appetito.

venerdì 25 aprile 2008

Giorno 1 - 25.04.2008 - da Bellano a Piona

Foto Diario 25.04.2008


Superata la notte sconfiggendo anche l'umidità grazie a espedienti marinareschi (candela natalizia), la sveglia ci ricorda che abbiamo una missione da compiere.
Colazione frugale con caffè, brioches, arance e succo di frutta, tanica di benzina per il motore, ultime verifiche e siamo pronti per salpare.

Alle ore 11.28 lasciamo il porto turistico di Bellano, alla volta della Baia di Piona (lo sappiamo, il nome è strano, ma verificate pure sulle cartine, esiste davvero!).

La navigazione si presenta monotona a causa della quasi totale assenza di vento, e il motore fa il suo sporco lavoro per quasi un'ora, quando scapoliamo finalmente Dervio e beneficiamo dei primi aliti di vento.
Proseguiamo con il vento al gran lasco e di poppa, soffrendo da subito il caldo... più tardi ci accorgeremo di esserci bruciati la faccia (e per Filippo anche la testa).

La serena navigazione ci consente di dedicarci al pranzo:

  • pane in cassetta
  • acciughe
  • fettine di limone (nostranissimi, gentilmente forniti dalla mamma di Filippo)
  • prosciutto crudo
  • tabasco come se piovesse
  • acqua gasata
  • arancia (per abituarci allo stile galeotto che oggi più che mai ci appartiene)

Purtroppo il vento è incostante e ci costringe più volte a ricorrere al motore.
Arriviamo verso le 14.30 al traverso del lago di Piona (ops... Baia di Piona), che ci regala un'ora di puro divertimento con raffiche di vento molto forti (e Maurizio si spaventa e lasca la randa senza senso).

Alle 15.30 circa decidiamo di ormeggiare al pontile di un campeggio. Solo dopo un'ora di smadonnamenti per un ormeggio sicuro in previsione della notte, scopriamo che il posto è occupato da una barca al momento uscita.

Colti da un improvviso senso di civiltà decidiamo di entrare nel campeggio e chiedere un posto barca, pagando ben 20 euro, contrattando i 25 euro chiesti in partenza, dribblando abilmente le advances della vecchia attendente alla reception.

Smontato l'ormeggio certosino ci spostiamo verso il nuovo posto barca assegnato e lottiamo un'altra ora abbondante per assicurare la nostra casa galleggiante in vista della notte.

Ore 19.00: ormeggio completato, in sicurezza.Riordiniamo, puliamo e piazziamo il nostro benamato telo rosa anti-umidità (fa molto gay ma funziona veramente !!!).

Si conclude così, senza infamia e senza gloria, il primo giorno di navigazione, e mentre scriviamo questo diario pregustiamo la cena che ci attende: tonno, fagioli, cipolla e peperoncini enormi e piccantssimi, il tutto battezzato da tre litri di Est! Est! Est! (vino bianco, che col pesce ci sta).

Siamo stanchi, indolenziti, il mal di terra ci sta divorando in questo bar piastrellato a quadrotti, ma contenti.

Prologo - 24.04.2008

Foto Diario 24.04.2008


Accolte le raccomandazioni dei genitori (si cita a puro titolo esemplificativo: Mamma di Maurizio "Restate dove si tocca") nonché le frasi di stima ed orgoglio (papà di Filippo "siete dei pirla... ma dormite in barca anche stanotte?") siamo giunti alla partenza.

I bagagli suggeriscono una partenza per una settimana di oceano, invece sono solo 3 giorni sul lago di Como, a cazzeggio. Tanto cazzeggio...

Viaggio rapido, arrivo carico di speranze, barca in ordine e pulita (e ora cosa ce ne facciamo del Glassex?)...Scarichiamo e carichiamo in barca i nostri innumerevoli bagagli e bauli e bauletti, e il tutto merita qualche foto ad immortalare l'epico principio dell'avventura: Carletto Auriemma sarebbe fiero di noi.

Prepariamo la cabina armatoriale, adiacente il pozzetto, dotata di ampia vista sul lago e alcuni comfort d'eccellenza, tra cui:
  • camera doppia (due panche di vetroresina)
  • bagno in camera (secchio)
  • aria condizionata (tambuccio aperto per non soffocare)
  • frigo bar (sacchetti del GS carichi di vino)
  • acqua potabile (tanichetta da 5 litri ex acqua distillata sottratta dallo studio dentistico del papà di Maurizio)
  • corrente (pila a dinamo, detta anche pippa-pila)

Abbiamo anche l'immancabile passeggero (IL mostro); un ragno di dimensioni impressionanti che si è infilato in una fessura del boma e, nonostante Maurizio abbia tentato di appiccare un incendio per scacciarlo, EGLI (il ragno) indossando il suo giubbottino di salvataggio ignifugo, si è rifugiato in attesa della notte.

Ora ci attende una lunga notte di antichi e paurosi racconti marinareschi che scorreranno fluidi su fiumi di grog (birra).

Le papere ci danno noia (Filippo ha paura delle papere! Ma è possibile?).

Domani mattina ci aspetta una ricca colazione prima di partire per la prima tappa Bellano - Piona.Ricordiamoci di fare benzina al piccolo fregnino (motore minimal ausiliario in caso di emergenza, che di sicuro non funzionerà).

giovedì 24 aprile 2008

Prima di tutto una sana alimentazione

L'esperienza NoLimits è al via, poche ore e saremo soli con noi stessi e il lago.
Mille preparativi, sembra sempre che ti stia dimenticando qualcosa.
Il cibo!

Una lista lunghissima della spesa, cercando di individuare le cose veramente essenziali (pane, qualche affettato, acqua, acciughe e limone....).

E mentre sei lì che pensi "ho scritto tutto?" arriva un MMS che dimostra egregiamente lo spirito con cui si deve affrontare questa mini avventura.

lunedì 21 aprile 2008

Meglio soli che Marghe accompagnati

Dedico la mia piccola parte di avventura a Margherita, la mia fidanzata, con la sua testa tra le nuvole, che forse non mi rivedrà mai più viste le alte probabilità di prematura scomparsa a causa delle scarse condizioni igieniche in cui passeremo 3 giorni.

A te, Margherita.
Maurizio.

domenica 20 aprile 2008

Habemus il programma!

Et voilà, il programma é servito.

Giorno 1 Giovedì 24
Arrivo la sera al porto turistico di Bellano, check list equipaggiamenti, verifica e preparazione della barca per la notte.

Giorno 2 Venerdì 25
Partenza da Bellano verso Piona – distanza 8M circa.
Ormeggio a Piona e messa in sicurezza per la notte.

Giorno 3 Sabato 26
Partenza da Piona verso S.Abbondio – distanza 7M circa.
Ormeggio a S.Abbondio e incontro con altri equipaggi; pranzo.
Partenza verso Isola Comacina – distanza 8M circa.
Ormeggio e messa in sicurezza della barca per la notte.

Giorno 4 Domenica 27
Partenza da Isola Comacina verso Bellano – distanza 8M circa.
Ormeggio al porto di Bellano, sistemazione della barca, check out.

sabato 19 aprile 2008

Nomi sinceri

Il Meteor secondo MareForza9.com
Virtualmente...
ci piace immaginare così il meteor che coraggiosamente ci ospiterà, con un bel nome che spicca imponente, che ricorda all'osservatore il tipo di barca e cosa aspettarsi da chi la sta portando.

ps: il burattino aggrappato all'albero sono io in un esercizio di lap dance lariana.

giovedì 17 aprile 2008

Io mi porto il Grammési

Facciamo una prima lista delle cose da portare, un misto di utile ed inutile:
  • materassino e sacco a pelo;
  • torcia (meglio 2 + batterie di scorta);
  • fornellino da campeggio più tazzerielle e, se la trovo tra le cianfrusaglie in casa, gavetta militare;
  • scatolame vario (fagioli, mais, tonno, ... in alternativa una cofana di tonno, cipolle e fagioli preparata a casa);
  • acqua e vino (a iosa);
  • radio (per la musica, mica per comunicare);
  • coltello da vero velista;
  • telo di medio peso da mettere a cavallo del boma contro l'umidità della sera;
  • asciugamani (uno grande e una salvietta);
  • carta igienica (un mucchio);
  • libri;
  • moleskine + matita, per appunti volanti;
  • vari ammenicoli tecnologici (macchina fotografica, videocamera, ...);
  • macchina per la dialisi;
  • 3 litri di vino (in onore del Capitano);
  • maschere di carnevale;
  • grammési (meglio 2).
Ma cos'é il grammési? Non lo so, ma io me lo porto.

mercoledì 16 aprile 2008

Beaufort... chi?

La scala Beaufort la conosciamo tutti (più o meno... vero Maurizio?)... misura da 0 a 12, empiricamente, l'intensità del vento.
I geni di HowToons ne hanno fatta una versione fumettosa... qui in un unico .pdf

La Scala Beaufort secondo HowToons

Ma perchè?

Ci si chiede "Ma perchè vuoi constringerti a stare per tre giorni in un guscio di vetroresina sulle viscide acque lariane, senza bagno, senza un letto, senza senso?"
In effetti la domanda ha un suo perché, ma la risposta è semplicemente "Perchè ci va".


Io sono Filippo, l'altro è Maurizio, e per prima cosa vogliamo ringraziare i nostri genitori che forse non ci rivedranno mai più. Forse. Almeno fino al nostro rientro.


In secondo, grazie al nostro Club della Vela Mareaperto che ci appoggia l'iniziativa e ci mette a disposizione la barca (pazzi!).


Già, la barca... è un Meteor, monotipo di 6 metri, stazzato, insomma divertente e sicuro, con due panche sottocoperta che fungeranno da letti.

Metero - imbarcazione monotipo 6 metri lft
Il programma è in fase di perfezionamento, a breve sarà pronta anche la lista delle cose indispensabili, ma soprattutto superflue, che non devono mai mancare.