domenica 27 aprile 2008

Giorno 2 - 26.04.2008 - da Piona a Isola Comacina (forse)

La sveglia non è delle migliori: ha fatto freddo durante la notte e siamo indolenziti per gli sforzi del giorno prima. Il mal di testa non ci aiuta, e il sole che filtra violentemente dagli oblò ci sveglia.

Sistemiamo i resti della baldoria che la sera prima ha animato il pozzetto, riordiniamo la stanza e, colti da un inspiegabile senso di igiene, andiamo nei bagni del camping per ridarci un aspetto (e un odore) umano: denti, barba (solo Filippo), ascella e shampoo.

Torniamo tonificati al nostro Meteor e ci prepariamo a salpare, obiettivo l'Isola Comacina.
Usciti dalla baia di Piona realizziamo che sarà una dura giornata: vento forte da sud che ci costringerà a bordeggiare di bolina tutto il giorno per raggiungere, dopo 5 ore, il traverso di Bellano.

La giornata si anima con una serie di eventi, tra cui:
  • caduta nel lago di entrambi scampata per un soffio (o meglio, per puro caso)
  • slalom tra barche regatanti (con parolacce a seguito)
  • barca sdraiata sul lago tutto il giorno
  • conseguente disordine noioso in camera
  • smarrimento della macchina fotografica
  • soste alla cappa (almeno 4) per svariati motivi (uno su tutti, inprorogabile impellenza fisica di Maurizio)
  • Kbahhhh

Vento fortissimo... dopo aver preso anche una mano di terzaroli, con il lago formato e in aumento, decidiamo di cercare rifugio nel porto di Bellano, solleticati anche dall'invito ad una grigliata alla Casa del club.

Ormeggiamo, sistemiamo la camera e la barca, e saliamo al club, per una doccia calda, cambio di biancheria intima (finalmente) e cena in compagnia.

Nonostante i numerosi inviti a dormire in un letto vero, decidiamo di essere coerenti con lo spirito d'avventura che ci contraddistingue e scendiamo al porto per dare alle nostre ossa di burro il meritato riposo.

Ripiegare su Bellano ci brucia ma è stata una scelta obbligata e responsabile, che sebbene viviamo come parziale fallimento del nostro piano, ci rende comunque più esperti per come abbiamo affrontato il vento mettendo da parte l'orgoglio.

Anche oggi siamo stanchi, ma felici (tranne Filippo che non trova più la macchina fotografica).

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